NOVITA' (26)

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  • Lampedusa viene perfettamente identificata con il tema dei migranti. Riconoscibile come primo approdo, è diventata un passepartout del discorso politico, una rete di significanti che genera innumerevoli spin-off, sottotrame varianti rispetto al main-plot ormai accettato, acclarato, riconosciuto da tutti in maniera acritica, dai telespettatori, dai lettori dei giornali, dagli intellettuali, dagli artisti. Che si decida di stare dalla parte dell’accoglienza o da quella dei respingimenti, Lampedusa diventa un set per la rappresentazione audiovisiva. La dialettica viene cancellata e i conflitti interni a ogni narrazione sono rimossi, perché si rinuncia a qualsiasi forma di complessità di lettura e di analisi. Lampedusa smette di essere un luogo reale, abitato da persone reali, con bisogni, aspirazioni, paure reali. Diventa invece il campo di battaglia delle narrazioni ideologiche.

  • Cura e traduzione di Agnese Silvestri

    Cosa accade se a suscitare una passione inesauribile per un essere dalla morale riprovevole è un uomo piuttosto che una donna, come era stato il caso della Manon Lescaut dell’abbé Prévost? È questo interrogativo a innescare in George Sand, allora coinvolta nel turbinio di emozioni della sua storia travagliata con Alfred de Musset, la scintilla creativa di Leone Leoni (1835). Nascono così i personaggi di Juliette e di Leone, lei incantevole figlia di un gioielliere di Bruxelles, cresciuta nella fatuità e nella frivolezza riservate alle ragazze di buona famiglia nei primi decenni dell’Ottocento; lui fascinoso nobile veneziano, dedito al gioco d’azzardo e alla truffa, pieno di debiti ma dalla vita sociale brillante, grandiosa e debosciata. Non lo nota neanche, Juliette, incontrandolo per la prima volta sulla propria strada. Ma l’ingenuità della prima giovinezza, la fondamentale immoralità di un’educazione che le toglie, invece di assicurarle, consapevolezza di sé e del mondo, la bonaria superficialità della famiglia dell’eroina, che non manca di coltivare ambizioni di ascesa sociale, la precipitano in una passione tanto rovinosa quanto inebriante. Trascinata da Leone in una tormentosa peregrinazione tra luoghi diversi e situazioni sempre più avvilenti, si aprono per Juliette abissi di umiliazione, ma anche ambigui spazi di libertà e di rivolta.

  • Questo libro raccoglie relazioni, articoli e riflessioni scritti o elaborati tra il 2016 e il 2021; non è quindi un’opera unitaria ma un insieme di varie stesure. Da un punto di vista formale, La vita ispirata si ricollega ad Approdi invisibili (scritto nel 2016) ma rispetto a quest’ultimo possiede un carattere più unitario, meno variegato, senza aspetti umoristici o narrativi, più identificabile nelle caratteristiche del ‘saggio’. Probabilmente è il più ‘filosofico’ dei libri di Sergio Guarino, dove è meglio espressa la sua personale visione sul significato dell’esistenza, anche se articolata attraverso scritti diversi. Il problema di fondo che qui viene esaminato è il futuro dell’Uomo e l’evidente suo ritardo rispetto allo sviluppo ormai sempre più pervasivo e trionfante della tecnica, della necessità di pensare e attuare un progetto per la sua evoluzione, indispensabile per non restare vittima del progresso.

  • Federico De Roberto occupa certamente un capitolo a parte nella storia dei rapporti tra Verismo e fotografia; non solo per i caratteri di originalità all’interno della cerchia catanese, ma anche nel panorama letterario europeo a cavallo tra Otto e Novecento. Tra i veristi è infatti l’unico ad aver elaborato una compiuta produzione foto-letteraria, ed è uno dei rarissimi autori dell’epoca ad aver pubblicato delle opere illustrate con i propri scatti, in cui testo e immagini riescono a dialogare coerentemente nelle sue «fatiche foto-monografiche». De Roberto concretizza il sogno irrealizzato di scrittori come Gautier, Strindberg e tanti altri: dare voce alla realtà fotografata, nello stesso momento in cui il testo la illustra. Lo scrittore narra ormai attraverso parole e immagini; in altre parole, se la realtà raccontata attraverso la scrittura acquista dignità di ‘vero’, può allora assumere vita autonoma. Viceversa, la fotografia, definendosi come realtà e rapportandosi specularmente ad essa, acquista nelle mani dello scrittore una funzione narrativa.

    Questo volume presenta la riproduzione anastatica delle sue principali opere foto-narrative: la monografia Randazzo e la Valle dell’Alcantara (1909) e l’articolo San Silvestro da Troina pubblicato nello stesso anno su La Lettura, «Rivista mensile del Corriere della Sera»; è accompagnato da un saggio introduttivo del curatore Giorgio Longo: Le «fatiche foto-monografiche» di Federico De Roberto.

  • Se si può parlare di un protagonista questo romanzo, questo è Cheli. Ma sarebbe più giusto dire che i protagonisti della storia non hanno nomi. Sono dei ‘bastardi’ e si muovono nel mondo usando cognomi inventati. Forse questa è la narrazione di tutti i ‘bastardi’, i tanti figli di N.N. che abitavano la Sicilia e che dovevano affrontare il mondo con questo marchio stampato su tutti i documenti. Cheli è un ‘bastardo e non saprà mai il nome dei genitori. Cercherà di sognare, di cambiare il proprio destino di figlio di N.N. Costruirà una doppia vita, quella reale e quella possibile. Sarà consapevole delle sue qualità, ma ciò non basterà a calmare la sua sete, anzi sarà la scintilla che farà incendiare il vulcano di violenza che mai si placherà. Solo il sogno. Solo il sogno e le sue creazioni oniriche porteranno un po’ di calma nella sua anima.

  • ANTOLOGIA DI CUNTI IN ITALIANO, TOSCANO, INGLESE E SICILIANO

    Giufà è il personaggio più conosciuto e interculturale di tutto il Mediterraneo: le sue storie sono narrate in Italia, nel Maghreb, in Turchia, nell’Europa del Mar Morto, in Spagna e in Francia. Giufà è lo sciocco a volte stolto altre sapiente, è l’ingenuo a volte furbo, è il disgraziato a volte fortunato. Giufà è tutto e il contrario di tutto. Giufà, con le sue storie semplici, ci introduce nel suo mondo, fatto di ingenuità e furberie, insegnandoci che non c’è mai un solo modo di guardare le cose. In questo volume abbiamo attinto dalle raccolte di Giuseppe Pitré, di Venerando Gangi e di Laura Gonzenbach, ma anche dalle storie raccontate ancora oggi ovunque in Sicilia, nell’Africa settentrionale e in Medio Oriente, così come gli anziani le narrano: oltre 100 storie di un personaggio che da secoli affascina generazioni di bambini e di adulti.

  • Fondato su un’esperienza professionale dell’autore di quasi trent’anni, il libro traccia un percorso di riflessione sul tema della cura psichiatrica e, in particolare, dell’intervento psicoriabilitativo. L’impostazione narrativa – più letteraria e solo in parte tradizionalmente scientifica – vuole rendere la lettura aperta a una platea più ampia di quella di settore, nella convinzione che la riabilitazione, in quanto recupero di un’appartenenza sociale e culturale a un contesto, passi attraverso il coinvolgimento di figure e ruoli sociali di più ampia connotazione e competenza che devono, pertanto, trovare giusti suggerimenti in un’accessibile informazione sul tema e sulle conseguenti personali deduzioni. Le “storie” presentate, che l’autore definisce “incontri”, servono a tracciare un discorso sulla riabilitazione psichiatrica, sulla sua complessità, sulla malattia mentale cronica, sui metodi terapeutico-riabilitativi, sui rapporti all’interno di uno staff di comunità, in particolare sulla relazione utente-operatore. Queste storie ci restituiscono le zone d’ombra della malattia mentale grave e stimolano verso una migliore capacità di tollerare i nostri limiti e di sottoporli, fin dove possibile, a una sfida creativa di superamento; ma, soprattutto, sono quelle storie che, più e meglio di altre, ci danno la possibilità di cogliere nei pazienti una dimensione umana ed esistenziale che la malattia tende a nascondere alla vista, ma che mai riesce ad annientare.

  • “Questa è la storia di una ragazza felice, con tanta vita dentro, una ragazza che prende la vita com’è… bellissima… questa è la mia storia” (Giulia Paone)

    “Per le circostanze legate alla sua malattia, non ha avuto il tempo e forse neanche le forze per continuare: ci proverò io, sua mamma, cercando di attingere, come con un secchio, dal pozzo della memoria tutto il dolore e bellezza che abbiamo vissuto in questi due anni straordinari” (Giuseppina Di Maggio)

    “Perché questo libro su Giulia? Perché questo volume configura il diario intimo di una madre che accompagna la figlia fino alla consegna della sua vita” (Claudio Saita)

  • CODICE ETICO

    INDICE

    SAGGI
    GERO DOLEZALEK:Glosses and the Juridical Genre “Apparatus glossarum” in the Middle Ages
    (ABSTRACT)

    EMANUELE CONTE: The centre and the margins of the jungle of glossed manuscripts
    (ABSTRACT)

    MAURA MORDINI: Tra fonti letterarie e fonti giuridiche: una nuova biografia di Benincasa d’Arezzo iuris professor
    (ABSTRACT)

    CHRISTIAN ZENDRI: Legiferare giudicare consigliare interpretare. Giuristi legislazione imperiale diritto comune
    (ABSTRACT)

    ROSALBA SORICE: Defensio est concessa et vindicta prohibita. Itinerari di storia della difesa legittima
    (ABSTRACT)

    ANDREA PADOVANI: L’accusa di eresia ai papi negli anni del Grande Scisma (1378-1418)
    (ABSTRACT)

    JULIUS KIRSHNER: Pietro d’Ancarano on Citizenship and Intestate Succession in Ferrara
    (ABSTRACT)

    ANDREA BARTOCCI: “Perfectio spiritualis non in paupertate, sed in caritate consistit”. John of Capestrano and His Unpublished Tractatus de religione
    (ABSTRACT)

    WIM DECOCK: Consilii non fraudulenti nulla obligatio. Lawyers’ Liability and Legal Ethics in Lessius’s De iustitia et iure
    (ABSTRACT)

     

    NOTE E DOCUMENTI
    GIUSEPPE INDIZIO: Il matrimonio di Dante: un matrimonio tra impuberes?
    (ABSTRACT)

    CLAUDIA DI FONZO: Il rovesciamento della metafora del sole e della luna: Agostino, Giovanni di Parigi e Dante
    (ABSTRACT)

     

    RICORDI
    MANLIO BELLOMO: Ricordi… non è mai troppo tardi, nr. 10: Frammenti di storia della storiografia in tema di sistema di ius commune
    (ABSTRACT)

    MANLIO BELLOMO: Ricordi… non è mai troppo tardi, nr. 11: Ius civile, ius canonicum, società medievale
    (ABSTRACT)

    MANLIO BELLOMO: Ricordi… non è mai troppo tardi, nr. 12: I glossatori: fra i protagonisti del proto-capitalismo?
    (ABSTRACT) 

    MANLIO BELLOMO: Ricordi… non è mai troppo tardi, nr. 13: Probleme der juristischen Geschichtsschreibung: ius commune und ius proprium im Europa des Mittelalters
    (ABSTRACT) 

     

    A PROPOSITO DI
    SILVIA DI PAOLO – PAOLA MAFFEI: Historical research on Canon Law. With regard to the series Der Einfluss der Kanonistik
    (ABSTRACT)

    ORIENTAMENTI BIBLIOGRAFICI
    Bibliografia

  • Saggi su architettura e cosmopolitica

    A cura di Gianluca Burgio e Ramon Rispoli

    Le architetture non sono mere composizioni formali ma veri e propri dispositivi materiali: tecnologie capaci di operare, di produrre effetti concreti sul mondo. È questa una delle premesse fondamentali su cui si fonda il lavoro transdisciplinare di Andrés Jaque e del suo Office for Political Innovation, attivo tra Madrid e New York all’intersezione tra pratica progettuale, ricerca e diffusione culturale. Il lavoro di Andrés Jaque ha portato a una trasformazione radicale del modo in cui l’architettura viene intesa, comunicata e praticata. L’impatto è globale, sebbene particolarmente notevole nell’architettura spagnola. Attraverso la microstoria, il suo lavoro rivela architetture apparentemente omesse nelle storie dell’architettura, dei suoi archivi e delle sue piattaforme operative. Se le grandi storie si sono concentrate su opere, personaggi ed eventi che confermano il rapporto tra disciplina e strutture di potere, Jaque insiste sul protagonismo degli agenti, umani e non, che operano nella quotidianità e sono essenziali per comprendere la politica spaziale contemporanea.

  • I VOLTI DELL’UNICA MADRE
    Con questo libro, monsignor Giovanni Lanzafame, esperto mariologo, ha rivisto vecchi appunti sui volti dei simulacri della Santa Vergine venerati in Sicilia, molti dei quali, nei suoi quarantatré anni di sacerdozio, ha avuto l’onore di incontrare a motivo delle sue predicazioni. E’ nato così questo compendio mariano in cui storia, arte e devozione fanno sì che si possa definire la Sicilia “feudo di Maria”.
    Oltre 150 immagini mariane catalogate venerate in tutta l’Isola.