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  • ANTOLOGIA DI CUNTI IN ITALIANO, TOSCANO, INGLESE E SICILIANO

    Giufà è il personaggio più conosciuto e interculturale di tutto il Mediterraneo: le sue storie sono narrate in Italia, nel Maghreb, in Turchia, nell’Europa del Mar Morto, in Spagna e in Francia. Giufà è lo sciocco a volte stolto altre sapiente, è l’ingenuo a volte furbo, è il disgraziato a volte fortunato. Giufà è tutto e il contrario di tutto. Giufà, con le sue storie semplici, ci introduce nel suo mondo, fatto di ingenuità e furberie, insegnandoci che non c’è mai un solo modo di guardare le cose. In questo volume abbiamo attinto dalle raccolte di Giuseppe Pitré, di Venerando Gangi e di Laura Gonzenbach, ma anche dalle storie raccontate ancora oggi ovunque in Sicilia, nell’Africa settentrionale e in Medio Oriente, così come gli anziani le narrano: oltre 100 storie di un personaggio che da secoli affascina generazioni di bambini e di adulti.

  • Le varie storie, che non presentano una collocazione temporale ben definita, hanno in comune un unico obiettivo: chiarire il comportamento di una persona davanti a un mondo non disegnato su misura, ma che, volenti o no, è toccato loro in sorte. Così ci si imbatte, nel dipanarsi delle pagine, nell’inquietante, tenero dialogo fra un uomo e un bambino davanti a un mare carico di misteri; o scopriamo l’irriducibile volontà di un montanaro, sballottato dai suoi boschi ai campi di guerra, di scegliere come vivere e come morire; o seguiamo il balordo, surreale viaggio di un giovane a cavallo della sua Vespa lungo il Grande Fiume, là dove tutto inizia e dove tutto finisce. I racconti sono portati avanti con una scrittura che slitta con arte da toni crudi e amari a sfumature oniriche e ferocemente ironiche, in un’atmosfera dove sogno e realtà, poesia e viltà si sovrappongono e si materializzano anche grazie alla presenza, fugace ma intensa, di figure ora “conturbanti”, ora ridicole. Su tutto la natura, ostile o benevola, fa da cornice, spessa, alle labili vicende dell’uomo.

  • MEMORIE DI RUSSO GESUALDO

    Racconti del paniere è una raccolta di brevi storie dedicate al signor Russo Gesualdo, maestro dell’arte dell’intreccio di “cufina” e “panara”, abilità comune tra i contadini dell’entroterra siciliano, che egli apprese fin dalla giovane età durante le pause dal lavoro di fatica. I racconti della raccolta, che riprendono in più occasioni espressioni tipiche del mondo agreste isolano e scandiscono le varie età del protagonista, sono frutto di video-interviste realizzate in tempo di quarantena per pandemia da Covid 19.

  • Lo schiaffo e la guancia by: Grasso Gabriella 14,00

    Due racconti, due storie solo all’apparenza diverse. I redenti (lo schiaffo), narra di una piccola comunità parrocchiale che vive di ipocrisie, di preghiere a Dio e devozione ai santi ma anche di invidie e odio verso l’Uomo, soprattutto se questo è portatore di valori e modelli diversi. Nel corso di un viaggio a Pietralcina, l’autrice fa emergere nei suoi personaggi tutta la loro avversione verso immigrati, povera gente e donne dal dubbio stile di vita. Un po’ alla volta viene fuori anche lo squallore del parroco, padre Redento, che oltre a non disdegnare la disponibilità delle parrocchiane, è reo di abusi sessuali verso un minore che finirà col suicidarsi. Il finale è come un colpo di scena già annunciato. I Giusti (la guancia) si ispira a una storia vera accaduta in Sicilia nel 1946. Lentamente uomini e donne si mettono alle spalle il dramma della guerra e si avviano verso una nuova epoca. Sono tempi di cambiamenti e confusione e spesso si fatica a distinguere ciò che è vero da ciò che vero non è, i buoni dai cattivi, la giustizia dall’ingiustizia. Come accade a Michele, il protagonista di questa storia, accusato ingiustamente e detenuto in carcere per sette mesi perché necessariamente colpevole. Colpevole di essersi lasciato affascinare da un’ideologia che come una religione ammalia gli ultimi, i diseredati.

  • La luna negata by: Nicolosi Luigi 10,00

    Due racconti, due personaggi, due luoghi – la Sicilia e Roma – per narrare, attraverso un sapiente uso della scrittura, della solitudine. Solitudine che a volte è scelta, altre non cercata e incolpevole. Come quella di Peppe, contadino quasi verghiano che sa ascoltare i suoni della natura e li tramuta in canti, ma da tutti emarginato. O quella di Rosa, cittadina d’adozione, che in un palazzo romano del dopoguerra, nella vita del condominio cerca, senza trovare, riparo dalla propria solitudine.

  • Mia nonna si sposa by: Detti Ermanno 12,00

    A casa di Federica è sorto un grande problema: sua nonna si è fidanzata con Romeo e i due intendono sposarsi. Per Federica veramente non è affatto un problema, Romeo gli piace, è gentile e simpatico. Ma sua mamma, cioè la figlia della nonna, è determinata a ostacolare queste nozze: “Non avrà mai la mia autorizzazione – ha detto – ed è perfino povero!”. Federica non vuole vedere la nonna triste, così organizza un piano per aiutarla a sposare il suo “povero” Romeo. Non mancano colpi di scena, risatine ironiche, crisi isteriche e… un finale soprendente!

  • Il signor Morte va in vacanza by: Quarzo Dino 14,00

    Con il suo lungo cappotto nero, la falce e il volto funereo, il Signor Morte cerca di fare il suo mestiere, così come segnato nel suo terrificante taccuino nero in cui c’è scritto tutto, ma proprio tutto ciò che deve accadere a ogni singola persona. Tuttavia, il nostro è un Signor Morte un po’ sfortunato (se così si può dire di lui!): un po’ per distrazione, un po’ per stanchezza o superficialità, gli capita di mancare all’appuntamento con il predestinato di turno. Come andrà a finire?