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Nell’anno 1937 l’Italia è da 15 anni sotto il regime fascista. Ma il 1937 è anche l’anno della Lucchese, dai colori rossoneri, che conquista un insperato e meritatissimo settimo posto nella massima divisione. In piena temperie dittatoriale, in un clima di assuefazione, autoritarismo, dove la folla è gregge e l’opinione pubblica inesistente, all’alba, più o meno, delle disgraziate leggi razziali, in quella squadra militano Bruno Neri, Libero Marchini, Gino Callegari, Bruno Scher, Aldo Olivieri. Allenatore è Ernest Erbstein, ungherese di famiglia ebrea, genio e filosofo del gioco, il quale sarà poi direttore tecnico del Grande Torino che perirà nella tragedia di Superga. Nomi da leggenda – Olivieri, portiere, il gatto magico, sarà anche campione del mondo in azzurro nel 1938 – soprattutto uomini liberi, una pattuglia di coraggiosi, capaci di non piegarsi ai diktat di regime e alle più bieche e opportunistiche convenzioni, capaci di non cedere alla paura, per continuare a essere sé stessi e a difendere le proprie idee e ideali. (dalla Prefazione di Alberto Figliolia)
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