Politica e Società (16)

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  • Da qualche tempo si parla tanto di Intelligenza Artificiale, da quando è uscita dai laboratori di ricerca ed è diventata disponibile per chiunque. Dalla ristretta cerchia degli specialisti è divenuta argomento di discussione per tutti, dato che il suo utilizzo si sta praticamente riversando su ogni tipo di attività e investendo i più svariati settori della conoscenza. Ciò suscita molte domande a cui fanno seguito altrettante risposte: si va da quelle specificamente tecniche ad altre più o meno fantastiche, si passa dai toni rassicuranti a quelli decisamente allarmistici. Raramente però ci viene offerta una prospettiva ampia ed esauriente da poterne avere una visione chiara ed approfondita, che ci permetta realmente di considerarne gli aspetti più particolari, in modo da capire cosa essa comporti per l’umanità in generale e per la conoscenza nei suoi aspetti particolari. Questo volume tenta di colmare questo lacuna, svolgendo le problematiche così come sono state poste dalle menti più brillanti e preparate del nostro tempo, ne ripercorre le idee e ne espone i dubbi e le soluzioni, le speranze e le certezze.

  • Questo libro è un appassionato viaggio retrospettivo dentro la scuola, un viaggio a ritroso in cui le memorie dell’antropologa si intessono con i racconti di bambini, genitori, insegnanti, operatori sociali, impegnati a dare senso, in forme narrative e pragmatiche, all’«integrazione educativa». I dialoghi, gli avvenimenti e le scene di vita tra i banchi diventano un’occasione per specchiarsi e riflettere insieme sul mondo quotidiano della scuola, in una fase in cui in Italia si cominciava a sperimentare, come su un difficile banco di prova, il «paradigma interculturale». L’autrice restituisce, nella loro irrisolta frammentarietà, i vissuti, i dubbi e i desideri che animavano un circolo didattico periferico nel VI Municipio di Roma, nei primi anni di questo secolo, tra il 2000 e il 2001, e li reinterpreta alla luce degli scombussolamenti oggi in atto nel mondo della scuola. Ne emerge un affresco problematico delle dinamiche performative e simboliche che si attivano quando insegnanti, famiglie, educatori si confrontano con la governance dell’accoglienza per far fronte alla scolarizzazione di alunni «immigrati» e «rom».

  • Lampedusa viene perfettamente identificata con il tema dei migranti. Riconoscibile come primo approdo, è diventata un passepartout del discorso politico, una rete di significanti che genera innumerevoli spin-off, sottotrame varianti rispetto al main-plot ormai accettato, acclarato, riconosciuto da tutti in maniera acritica, dai telespettatori, dai lettori dei giornali, dagli intellettuali, dagli artisti. Che si decida di stare dalla parte dell’accoglienza o da quella dei respingimenti, Lampedusa diventa un set per la rappresentazione audiovisiva. La dialettica viene cancellata e i conflitti interni a ogni narrazione sono rimossi, perché si rinuncia a qualsiasi forma di complessità di lettura e di analisi. Lampedusa smette di essere un luogo reale, abitato da persone reali, con bisogni, aspirazioni, paure reali. Diventa invece il campo di battaglia delle narrazioni ideologiche.

  • Traduzione, Note e Cura di Ruzena Halova

    Il volume raccoglie cinque discorsi – inediti in Italia nella forma in cui appaiono in queste pagine – tenuti da Václav Havel in diverse città europee nella seconda metà degli anni Novanta, periodo durante il quale il Presidente Ceco rappresentò un saldissimo punto di riferimento e, facendosi espressione delle attese, dell’entusiasmo, di un potente senso di rinascita e di partecipazione civile, divenne un simbolo per milioni di cittadini cechi ed europei e per una intera generazione di giovani cechi. Per questo motivo fare una selezione dei suoi discorsi presidenziali di quegli anni non è stata impresa facile. La presente raccolta è stata pensata con sensibilità e riguardo nei confronti di quelli che Havel considerò i temi chiave del suo pensiero in generale e dal punto di vista politico. I cinque discorsi presidenziali qui raccolti toccano aspetti legati alla città o all’istituzione in cui sono stati pronunciati, eppure sono attraversati e legati insieme da un medesimo tema: l’Europa. Proprio in questi discorsi è evidente come Havel sia riuscito a cogliere con profondità di pensiero e in modo inusuale temi politici e strategici per eccellenza come la Nato, il destino dell’Europa, l’Unione Europea e i regimi totalitari. Sono riflessioni intorno all’idea di Europa, alle sue radici, alla ricchezza di culture che la abitano, al suo significato e al suo destino per la storia della cultura occidentale.

  • LA NARRAZIONE BIOGRAFICA E IL RUOLO DELLE COMUNICAZIONI SOCIALI

    Perché nell’era digitale fatta di computer senza fili, tablet e smartphone intelligenti il binomio storia e web non è anacronistico? Quali sono le motivazioni di fondo che spingono milioni di utenti a digitare sui principali motori di ricerca per capire il passato e rileggere le biografie di uomini e donne che hanno determinato il corso degli eventi? Un sociologo e un giornalista indagano sul fenomeno della crescita d’interesse verso la storia e le biografie nell’era dei social network, del multitasking e della realtà aumentata. Ne emerge un quadro nuovo e originale. “Linkarsi alla storia” attraverso le biografie dei personaggi del Novecento è un modo per capire i contesti culturali e politici e a interrogarsi su quelle vite che si sono spese per il bene comune. Fare memoria rileggendo la storia diventa così la porta d’ingresso per “entrare in contatto”, per “farsi prossimi”, appunto per “linkarsi” con quanti hanno dato un contributo altissimo alla società riuscendo molto spesso a modificare, se non addirittura a cambiare, le sorti degli avvenimenti. Scorrendo le biografie si scopre come narrazione biografica e nuovi mezzi di comunicazione sociale hanno una funzione quasi terapeutica: quella di coinvolgere il lettore on line e off line nelle esistenze di chi con coraggio e umiltà ha donato alla comunità quei grandi valori di giustizia, di solidarietà, di carità e di bene comune che restano intramontabili.

  • DIARIO DI UN VIAGGIO NEI REGIMI TOTALITARI DELL’EST

    Un libro di memorie, quello di Annalia Guglielmi, nato quasi per caso. Un vero e proprio memoriale degli incontri fatti nell’Europa dell’Est segnata dalla cortina di ferro, nel periodo cruciale 1973-1989. Il risultato è notevole, al punto che non possiamo non essere grati all’autrice per la sua testimonianza e il suo racconto di quanto, in Occidente, era allora ignoto o pesantemente filtrato. Il libro è particolarmente utile oggi, in un’epoca in cui si rincorre il presente, per fare memoria del passato di un’Europa in cui, come testimonia la cronaca, la tentazione di erigere muri è sempre alta. Il volume si divide in due parti: la prima è il “diario di un viaggio” che attraversa un ventennio e tre grandi Paesi del centro Europa: Ungheria, Polonia, Cecoslovacchia; la seconda, invece, è una vera e propria preziosa “antologia di personaggi”, che l’autrice ha incontrato e intervistato nel corso degli anni.

  • SEDUTTIVITA’, EROTIZZAZIONE E DESIDERABILITA’ DEI CORPI

    I corpi che affollano la costruzione della società del narcisismo sono i corpi del lusso, della moda e dello sport. Corpi sensuali ed erotizzati che più di qualsiasi altro aspetto della vita sociale contribuiscono a far comprendere i cambiamenti, culturali e strutturali, avvenuti nella società contemporanea. Pendant di tutto ciò è una sorta di esplosione pornografica della bellezza, diffusa e ostentata, attraverso la divulgazione di immagini che spingono a una forte omologazione oggettivante del corpo maschile e femminile con conseguente affievolimento della mascolinità e della femminilità. L’autrice, analizzando la relazione tra la pubblicità e i consumi di lusso e di moda, da qualche tempo penetrati anche nel mondo sportivo, mediante specifiche categorie ermeneutiche individuate (lusso, potere, celebrazione dell’estetica del corpo nella moda e nello sport) mostra le influenze delle immagini pubblicitarie sui nuovi trend di consumo e sulle motivazioni al consumo. Il risultato è l’identificazione di tipologie di comportamenti che, ponendo nuovi stimoli a possibili riflessioni future, prospetta l’evolvere delle differenze tra tradizionali modelli di consumo e forme emergenti di consumo.

  • UN EXCURSUS SOCIOLOGICO

    L’errore può essere frutto di decisioni assurde, radicali e persistenti, o derivare da azioni razionali e configurarsi come una conseguenza imprevista e non voluta. Una cosa è certa, l’errore può avere delle cause oggettive, dovute alla situazione e soggettive, derivanti dalla fallibilità e finitezza della mente umana, tuttavia, la sua gravità dipende dai contesti socio-istituzionali e d’interdipendenza, nei quali evolve. L’errore può sortire degli esiti positivi perché contribuisce a rimettere in discussione i criteri standard delle linee-guida e funge da stimolo per nuove riflessioni sulle variabili impreviste che possono condizionare le decisioni. In questo caso l’errore è fecondo. In ambito sanitario, ad esempio, l’errore è dietro l’angolo e specialmente nelle fasi più critiche del processo decisionale il livello di affidabilità della sicurezza è spesso affidato alla capacità della corretta analisi e di un’equilibrata rappresentazione del problema. La difficoltà delle scelte decisionali innesca un complesso dibattito sull’introduzione, negli ambienti di alto rischio, di nuovi e più accurati meccanismi di valutazione e di controllo finalizzati alla riduzione delle variabili impreviste. Il trattamento del rischio clinico (Risk-Management) è un ambito che di recente si è arricchito di valenze deontologiche entrando a far parte degli interventi per il miglioramento degli standard di qualità nelle prestazioni sanitarie.

  • PILLOLE DI ECONOMIA E FINANZA FRA SOPRA E SOTTO DI NOI

    C’è spazio per un’economia giusta, solidale, basata sul rispetto del bene comune? E per una logica economica che preveda l’uomo come fine, e non come puro mezzo? Queste e altre domande – che emergono anche dalla lettura dell’enciclica di papa Francesco Laudato si’ – non andrebbero eluse, bensì affrontate, con il dovuto coraggio. La lettura dei Frammenti di un discorso economico di Gianni Caligaris ci può aiutare senz’altro in questa direzione.

  • Quando il  Catania, il 31 luglio 1993, subisce il tentativo di radiazione da parte della Figc, Michele  è un ragazzo di 17 anni, ultrà per vocazione, che fa già parte del direttivo della Falange d’Assalto. Appassionato di rock e immersioni, insieme agli amici del suo gruppo ha maturato una visione della curva e di come debba essere organizzato il tifo che, ben presto, lo porterà a staccarsi dal gruppo storico del tifo rossazzurro per fondare i Decisi. Negli anni della difficile risalita del Catania dai dilettanti, il gruppo di Michele impone la propria mentalità diventando il catalizzatore del rinnovato entusiasmo della tifoseria rossazzurra. Cori, coreografie, striscioni, organizzazione, presenza massiccia in trasferta, scontri violentissimi con le altre tifoserie e con la polizia, liti interne per il controllo della curva, la morte tragica di un membro del gruppo: tutte tappe di un’epopea che, a cavallo tra la fine degli anni ’90 e l’inizio del 2000, porterà alla sua affermazione come capo di quella che, in tutti gli stadi e da tutte le tifoserie d’Italia, sarà conosciuta semplicemente come la Curva Nord del Catania.

  • Ricerca pilota interdisciplinare per prevenire e contrastare il traffico di esseri umani e la migrazione illegale
    Prefazione di Paolo De Nardis

    La ricerca Stop tratta! trova collocazione nella prima fase della Campagna Stop tratta – Qui si tratta di esseri/e umani, promossa dal VIS – Volontariato Internazionale per lo Sviluppo ONG e da Missioni Don Bosco Onlus nel 2015. Infatti, in linea con le azioni A, B e C della Fase 1 della Campagna Stop tratta, la prospettiva di analisi adottata dalla ricerca Stop tratta! risponde all’intento di dare visibilità all’esperienza migratoria di immigrati che rischiano di essere una “presenza invisibile”. Nello scenario italiano in cui dilaga una percezione negativa del fenomeno migratorio connotata anche da un «gap tra percezione e realtà» dell’immigrazione (Cesareo, 2018), il rischio della loro invisibilità trascenderebbe la dimensione fisica (ossia la reale quantificazione della loro presenza) per alimentarsi attraverso rappresentazioni sociali fondate su uno iato tra ciò che si pensa dell’esperienza migratoria (percezione) e l’esperienza migratoria vissuta dai protagonisti dei flussi migratori odierni (realtà).

  • Il volume di Chiara Vergani rappresenta un pregevole punto di riferimento su un tema di grandissima attualità. L’autrice riesce in questo libro a contemperare, amalgamare e rendere fruttuose le sue sensibilità culturali, professionali, scientifiche. Tale amalgama mette a disposizione del lettore una varietà di fatti, ricerche e sperimentazioni attuali che lo rendono di sicuro ampio, approfondito e stimolante, ma soprattutto utile. Chiara Vergani deve la sua efficacia di scrittrice e di divulgatrice, anche televisiva, a una lunga militanza di insegnante che le ha permesso di toccare con mano, analizzare, vivere e partecipare, con finalità di prevenzione e contenimento, a molti casi di bullismo, agendo a sostegno di bambini, genitori e insegnanti. Una grande pratica, quindi, che si fa teoria. L’autrice ha nel suo bagaglio una robusta formazione psicopedagogica universitaria, questo le ha consentito di interpretare, capire e spiegare con serenità ed efficacia molti di questi esempi visti e vissuti. Non si è fermata però alla sola, se pur poderosa, esperienza, ma ha corredato il suo tessuto divulgativo con un ordito di riferimenti scientifici, di esperienze nazionali e internazionali che rendono il suo prodotto intellettuale unico e concreto. Ottenendo in tal modo un risultato molto ricercato tra i cultori delle scienze sociali: sostenere una buona pratica con una brillante e ben documentata teoria.
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  • Il volume, coordinato da Salvo Andò e Anna Lucia Valvo, raccoglie gli scritti di studiosi che affrontano specificamente e sotto diverse angolazioni la complessa tematica del terrorismo internazionale che marca tragicamente i tempi presenti. Il fenomeno viene esaminato dal punto di vista degli strumenti giuridici idonei alla sua prevenzione e repressione, come anche dal punto di vista sociopolitico e socioeconomico per ciò che riguarda le sue cause sottese. Tra queste, naturalmente, anche le cause, volute e non volute, che inducono ai fenomeni di terrorismo diffuso, in qualche misura riconducibili a una politica occidentale, specialmente nella regione mediorientale, che non sempre è riuscita a valutare adeguatamente le conseguenze delle azioni intraprese. Tutto ciò ha prodotto, tra l’altro, gli attuali fenomeni di incontrollate emigrazioni di massa che dipendono dalle persecuzioni, dalla necessità di sfuggire alla situazione di conflittualità interna, dalla povertà, nel contesto delle guerre asimmetriche prodotte anche dalla pretesa di esportare la democrazia realizzando una sorta di imperialismo dei diritti umani.
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  • UNA RIFLESSIONE OLTRE LA CRONACA
    I tragici fatti di Parigi del 7 gennaio 2015, con l’assalto omicida alla sede del settimanale satirico Charlie Hebdo ad opera di due integralisti islamici e la conseguente uccisione, tra gli altri, del suo direttore, di alcuni membri della redazione e di quattro vignettisti, hanno suscitato un’ondata internazionale di sdegno e mobilitazione. Nella carneficina fu coinvolto anche un poliziotto algerino di fede islamica. Due giorni dopo l’attentato un altro membro del commando cui la polizia dava la caccia, si asserragliò in un supermercato ebraico uccidendo altre cinque persone, tenendone in ostaggio almeno una decina. Questo libro intende proporre una riflessione che vada oltre la comprensibile e doverosa indignazione e ogni retorica commemorativa. Gli autori, da prospettive disciplinari differenti, cercano di indagare le condizioni simbolico-culturali, geopolitiche, religiose ed economiche che hanno determinato l’humus generativo di questo attentato e le sue possibili implicazioni.
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  • PER UNA TEORIA GIURIDICA TRA IDEALISMO CROCIANO E GENTILIANO
    Felice Battaglia è stato tra i protagonisti del pensiero filosofico e giuridico italiano del XX secolo. Oltre al prestigio scientifico, acquistò velocemente un’indiscussa autorevolezza morale – fu anche Commissario straordinario per l’Università dopo la Liberazione e Rettore dell’Ateneo bolognese negli anni 1950-1956 e 1962-1968 – ma fu ed è poco ricordato dopo la morte (1977). Questo volume intende concepire e comprendere lo spazio intellettuale di Felice Battaglia, che pone essenzialmente la giustizia come fondamento del diritto e valore dell’esistenza relazionale, nella speranza che possa far emergere il paradigma dello sforzo e del proposito di conciliarne le contraddizioni e fornire nuove chiavi di lettura su certi avvenimenti storici vissuti nell’Europa dei nostri giorni. Quella di Battaglia, infatti, è una particolare figura di teoria aperta alle scienze sociali, al diritto e alla storia, mostrando grande interesse verso le forme di ricerca che descrivono le connessioni tra i sistemi delle idee e le loro manifestazioni all’interno della vita comune. Le sue riflessioni critiche, allo stesso tempo demolitrici e ricostruttive, spesso definite come sistematiche sulla filosofia della pratica, affiorano per la loro originale collocazione nel dibattito italiano sull’idealismo e sul post-idealismo.
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