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Curreri Luciano
Solo sei parole per Sciascia
by: Curreri Luciano€11,00
Il titolo di questo agile, ‘leggero’ ma denso volumetto non vuol dire che le sei parole scelte – zolfara, popolo, morale, corpo, leggerezza, saggio – siano soltanto parole, per Leonardo Sciascia, ovvero parole al vento, senza fatti, senza precisi riferimenti o, come si diceva una volta, senza contenuti a sostanziarle, a concretarle, nella storia dell’uomo, dei suoi linguaggi, delle sue lingue. Le parole sono davvero importanti, per lo scrittore siciliano, e pure per l’autore di queste pagine, che crede, come Sciascia, nel racconto, e nel racconto critico in particolare.
ISBN: 978-88-6859-058-1
Publisher: Euno Edizioni
Publish Data: 2015
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Bajazet by: Racine Jean, De Santis Vincenzo, €20,00
Cura e traduzione di Vincenzo De Santis
Nei primi di gennaio del 1672, la compagnia dell’Hôtel de Bourgogne rappresenta per la prima volta l’attesa tragedia turca di Racine, Bajazet. L’interesse suscitato dall’opera presso i contemporanei appare in larga misura legato all’ambientazione orientale, in un periodo in cui i soggetti turchi sono tornati di moda anche grazie alle politiche internazionali del Re Sole. La trama si ispira alla vicenda dell’omicidio di Bayazid (1635), fratello dell’imperatore di Turchia Morad IV (1612-1640), morto da circa trent’anni al momento della trasposizione drammatica di Racine. Nel 1657, una ventina d’anni dopo la morte di Bayazid, Jean Regnault de Segrais aveva pubblicato il secondo volume delle sue Nouvelles françaises. La novella sesta, Floridon, sviluppava gli aneddoti narrati dai diplomatici di corte a cui Racine afferma di essersi ispirato per la stesura di Bajazet. Le numerose somiglianze tra i due testi mostrano tuttavia come la novella sia la fonte principale della tragedia, benché Racine non ne faccia mai menzione. Anche se le similitudini con la pièce sono molte, Racine modifica elementi fondamentali della storia, insistendo sul tema della gelosia e operando sulla novella come se si trattasse di una trama tratta non dalla cronaca recente ma dal mito o dalla Storia. Applicando l’assunto aristotelico secondo cui la tragedia è di maggior effetto quando l’omicidio è perpetrato in seno alla famiglia, Racine ripropone lo schema dei fratelli nemici, già sperimentato in opere precedenti. Rispetto all’ordine che vige nella Costantinopoli di Segrais, il poeta mette in scena una corte che si appresta ad affrontare e reprimere un colpo di Stato: riscrivendo la novella, Racine intreccia in Bajazet il tema della gelosia furiosa e quello del dispotismo orientale, in una tragedia che si distingue dal resto del corpus dell’autore per l’argomento scelto, per l’originalità del luogo tragico, il serraglio, e per le particolari strutture drammaturgiche e metrico-sintattiche.
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Il miglior fabbro by: Zago Nunzio, Traina Giuseppe, €14,00
A cura di Nunzio Zago e Giuseppe Traina
Bufalino fra tradizione e sperimentazione
Scopo di questo convegno, che si è svolto l’11 e il 12 aprile 2013 a Ragusa, presso la Struttura Didattica Speciale di Lingue e Letterature Straniere (Università di Catania) e a Comiso, presso la Fondazione Gesualdo Bufalino, era di riunire alcuni studiosi – soprattutto, ma non solo, dell’ultima o penultima generazione – per tornare a discutere, appunto, di Bufalino, della sua prestigiosa officina in bilico fra tradizione e sperimentazione, in un momento come l’attuale in cui l’idea stessa di letteratura, e tanto più, dunque, quella “alta”, magnificamente incarnata dallo scrittore ibleo, sembra in pericolo. Analizzarne la sapienza e gli umori lessicali, le invenzioni stilistiche, le forme problematiche del pensiero; svelare intertesti e avantesti delle sue opere; ricostruirne i progetti editoriali: ecco le ambizioni che erano alla base dell’incontro, nella speranza che prima o poi Bufalino abbia il posto che merita nel canone della letteratura italiana del Novecento, al di là di pigre e attardate ricostruzioni manualistiche che non tengono conto, spesso, degli effettivi valori estetici e della capacità degli autori di rispondere alle domande autentiche, non banalmente consumistiche, dei lettori.
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Dubbi storici sulla vita e sul regno di Riccardo III by: WALPOLE HORACE, Bruni Barbara, Viviani Valerio, €11,00
(a cura di Barbara Bruni – Premessa di Valerio Viviani) – Gobbo, deforme, assassino assetato di potere… Pare che nella storia d’Inghilterra non ci sia stato re più malvagio di Riccardo III di York: ecco almeno l’immagine ufficiale tratteggiata da storici del calibro di Thomas More, Francis Bacon, David Hume, per citare solo i più noti, e scolpita nella memoria collettiva grazie al genio drammaturgico di Shakespeare. Ma la raffigurazione tradizionale lascia spazio a troppi dubbi, a cominciare dal fatto che Thomas More e Shakespeare vissero sotto i Tudor, stirpe che godeva di scarso lustro agli occhi della gente e che, come tale, poteva trarre la propria legittimazione anche attraverso la denigrazione dell’ultimo erede dei ben più regali Plantageneti. Questo è solo uno dei sospetti che spingono Horace Walpole, poliedrico intellettuale settecentesco famoso per essere il padre del romanzo gotico, a riconsiderare la vicenda dopo avere riflettuto sulle tante incongruenze della versione canonica. Ne nasce così un trattato che, ridiscutendo l’approccio storiografico nei confronti del caso specifico di Riccardo, finisce per estendere la propria indagine ai meccanismi intrinseci alla narrazione degli eventi in senso lato, e a quanto questa sia legata a fattori estranei all’oggettività che dovrebbe essere caratteristica di ogni investigazione storica. Probabilmente non sapremo mai se Riccardo III si sia veramente macchiato dei tanti omicidi attribuitigli. Di fatto, la lettura dell’opera di Walpole ci porta a concordare con un’altra celebre autrice inglese, Jane Austen, che scrisse: “questo sovrano è stato generalmente trattato in modo molto severo dagli storici […] Innocente o colpevole che fosse, non regnò in pace a lungo, perché Enrico Tudor Conte di Richmond, da quel farabutto che era, fece un gran trambusto per prendersi la Corona”.
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Jusque datum sceleri by: Manganaro Andrea €12,00
Jusque datum sceleri è tratto dal secondo verso della Pharsalia di Lucano e annuncia l’argomento del poema, “il delitto divenuto diritto”. È il «motto» che Jacopo Ortis pone come «epigrafe» di un suo scritto fatto ardere prima del suicidio. Il tema dello ius dato allo scelus, della forza che diventa misura stessa del diritto, percorre tutto il libro, dai capitoli dedicati al riuso di Lucano e alla lettura intertestuale dei Sepolcri, sino al conclusivo, su Foscolo esule in Inghilterra e sul suo libro incompiuto sulle drammatiche vicende di Parga, consegnata dalla liberale Inghilterra ad Alì, pascià di Ioannina, contro ogni «diritto delle genti». Emerge da questa indagine l’ammirazione di Foscolo per la superiorità morale dei vinti «generosi» e la funzione di risarcimento da lui riservata alla poesia. È essa, di fronte alla violenza della storia, a garantire la memoria dei vinti e a proteggere le loro verità.
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Trasibulo by: Montfleury Antoine-Jacob, Campangne Hervé-Thomas, Peris Giancarlo, €13,00
A cura di Hervé-Thomas Campangne – Traduzione di Giancarlo Peris
Contemporaneo e rivale di Molière, Montfleury è noto soprattutto per le sue commedie. Con la tragicommedia Trasibule, messa in scena nel 1663 ed eccentrica rispetto alla sua produzione abituale, il drammaturgo offre al pubblico dell’Hôtel de Bourgogne un lavoro di altro genere, la cui trama ricorda stranamente quella dell’Hamlet di Shakespeare: dopo aver fatto assassinare un monarca, un usurpatore aspira a sposarne la consorte. Di ritorno da un’assenza di due anni, Trasibule, legittimo erede del regno, simula la pazzia per sfuggire alla morte e preparare una terribile vendetta. L’interrogativo che sorge è dunque: Montfleury avrebbe imitato Shakespeare? Si potrebbe certo pensarlo se l’ipotesi non contraddicesse le ricerche degli storici della letteratura, secondo i quali il drammaturgo di Stratford-upon-Avon è rimasto sconosciuto in Francia fino al 1675. Ma come dimostrato nell’introduzione di Hervé-Thomas Campangne, le similitudini che avvicinano Trasibule ad Hamlet si spiegano attraverso il ricorso di Shakespeare e di Montfleury a una fonte comune. Hervé-Thomas Campangne è docente di letteratura francese presso la University of Maryland in College Park (USA). Specialista del XVI e XVII secolo, è autore del volume Mythologie et Rhétorique aux XVe et XVIe siècles, en France (Honoré Champion, 1996), dell’edizione critica del Cinquiesme Tome des Histoires tragiques de François de Belleforest (Droz, 2013), oltre che di numerosi saggi dedicati ad argomenti del Rinascimento e della letteratura classica, pubblicati nella “Revue d’Histoire Littéraire de la France”, in “XVIIe siècle”, “Studi Francesi”, “La Nouvelle Revue du XVIe siècle”, “Renaissance Quarterly”, e in “The Sixteenth Century Journal”. Giancarlo Peris, insegnante di italiano e storia, ha coniugato il suo interesse per la letteratura con quello per lo sport. Si è dedicato allo studio degli aspetti teorici delle forme metriche e alla composizione dei versi, e attualmente organizza corsi di metrica e di composizione poetica. Sul fronte sportivo, ha praticato l’atletica leggera a livello agonistico ed è stato allenatore nella disciplina. Nel 1960 ha acceso il tripode olimpico nella cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Roma.
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