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  • VERGA TRA MILANO E CATANIA (1872-1891)
    a cura di GABRIELLA ALFIERI – ANDREA MANGANARO – SILVIA MORGANA – GIUSEPPE POLIMENI
    Atti del Convegno di Studi per il quarantennale della Fondazione Verga (Catania 19-21 aprile 2018 – Milano 28-30 novembre 2018)
    2 VOLUMI
    INDICE

    La Fondazione Verga ha celebrato i suoi primi quarant’anni con un congresso “bilaterale”, intitolato «I suoi begli anni»: Verga tra Milano e Catania – 1872-1892, che si è svolto in due sessioni, la prima a Catania dal 19 al 21 aprile e la seconda a Milano, dal 28 al 30 novembre 2018. Si ringraziano tutti gli Enti e le Istituzioni che hanno consentito la realizzazione di questa importante iniziativa. Simbolicamente si è voluto dedicare il festeggiamento a una tematica rilevante come i venti anni trascorsi da Verga a Milano, che segnarono il culmine e poi il lento declino della vita artistica dello scrittore. Si tratta di un periodo lungo e intenso, che era stato oggetto di approfonditi studi su singoli aspetti o su elementi episodici della produzione verghiana, ma che attendeva ancora un’adeguata storicizzazione critica. Nel periodo tra il 1872 e il 1892 Verga alternava lunghi soggiorni a Milano con rientri periodici a Catania, passando dall’intensa vita sociale e artistica della capitale culturale ai tranquilli periodi di vita domestica nella città natale. In Sicilia lo scrittore rielaborava istanze poetico-estetiche assorbite nei circoli intellettuali meneghini, dove frequentava musicisti, poeti, drammaturghi, pittori. Tali contatti ispirarono la creatività del narratore e del drammaturgo con propaggini significative fino al primo decennio del Novecento. Il Congresso, superando i limiti della memorialistica e della critica monografica, ha prodotto una ricerca organica sul Verga milanese, impostata su rigorose basi critiche, filologiche, semiotiche, storiche e tecnico-artistiche. Si è così illustrato a fondo un periodo essenziale e praticamente inesplorato nel suo complesso dell’esperienza artistica del grande scrittore verista.

     

  • Introduzione, note e cura di Sebastiano Arena

    Lo scopo di questo volume è la trascrizione, lo studio e l’analisi delle lettere inedite di Federico De Roberto e Corrado Ricci. Il carteggio è utile non soltanto perché contribuisce ad ampliare gli studi sullo scrittore siciliano, ma anche perché fornisce un nuovo strumento di indagine sulla guida illustrata che Corrado Ricci, curatore per l’Istituto Italiano d’Arti Grafiche di Bergamo, aveva commissionato a De Roberto, pubblicandola nella “Collezione di monografie illustrate” per la serie “Italia Artistica” nel 1907. De Roberto, sebbene riluttante, come testimoniano le lettere, ricevette da Ricci l’incarico di occuparsi sia del testo narrativo sia del testo visivo riguardante Catania. Il volume è diviso in due capitoli. Il primo è dedicato all’analisi della collezione di monografie illustrate curata da Ricci. Il secondo capitolo ha come oggetto di studio precipuo il carteggio tra De Roberto e Ricci (1900-1924), che permette di conoscere a fondo il legame d’amicizia tra lo scrittore catanese e lo studioso ravennate e la stima che li lega.

  • Introduzione, note e cura di Oreste Palmiero

    Il carteggio qui raccolto in edizione critica, che per la prima volta riunisce l’intero materiale epistolario ora rintracciabile riguardante i due scrittori, si caratterizza per il suo alto valore intrinseco. Il ricco numero di lettere che lo costituisce, offre una lettura stimolante e ricca di spunti anche curiosi, non solo sulle vicende personali che accompagnarono la parabola biografica di Verga e Giacosa, ma anche sugli episodi artistici (specificatamente teatrali) che fecero da sfondo al dipanarsi delle loro carriere. A ciò si aggiunga l’interesse scaturito dall’osservazione del consolidarsi di un’amicizia che, sebbene coltivata principalmente nei rapporti personali diretti, trova nella corrispondenza un mezzo potenzialmente non secondario, in virtù della caratteristica naturalmente confidenziale e riservata di tale strumento di comunicazione.

  • Quando il  Catania, il 31 luglio 1993, subisce il tentativo di radiazione da parte della Figc, Michele  è un ragazzo di 17 anni, ultrà per vocazione, che fa già parte del direttivo della Falange d’Assalto. Appassionato di rock e immersioni, insieme agli amici del suo gruppo ha maturato una visione della curva e di come debba essere organizzato il tifo che, ben presto, lo porterà a staccarsi dal gruppo storico del tifo rossazzurro per fondare i Decisi. Negli anni della difficile risalita del Catania dai dilettanti, il gruppo di Michele impone la propria mentalità diventando il catalizzatore del rinnovato entusiasmo della tifoseria rossazzurra. Cori, coreografie, striscioni, organizzazione, presenza massiccia in trasferta, scontri violentissimi con le altre tifoserie e con la polizia, liti interne per il controllo della curva, la morte tragica di un membro del gruppo: tutte tappe di un’epopea che, a cavallo tra la fine degli anni ’90 e l’inizio del 2000, porterà alla sua affermazione come capo di quella che, in tutti gli stadi e da tutte le tifoserie d’Italia, sarà conosciuta semplicemente come la Curva Nord del Catania.

  • LE CANDELORE DI SANT’AGATA

    Quarantanove candelore o cerei – di cui tredici a Catania e trentasei nella provincia etnea – dedicate dai rispettivi gremi a Sant’Agata, Santa Barbara, Santa Venera, Sant’Antonio Abate, ai Tre Santi, a San Giuseppe a alla SS. Vergine, costituiscono una raccolta unica, una notevole fonte di informazioni, una straordinaria guida per conoscere e scoprire le bellezze storiche, artistiche e devozionali delle corporazioni nel dare culto esterno ai Santi Patroni. Gli spettacolari candelabri lignei, opere del sec. XVIII e successivi, adornati con fiori e bandiere, accompagnati da allegre marce e con la maestria dei portatori (la tradizionale “annacata”) sono l’immagine visibile di un autentico “Barocco in movimento”.

  • Il Palazzo dei Principi di Biscari by: Costanzo Roberto 25,00

    Il Palazzo dei Principi di Biscari è, assieme al Convento dei Benedettini di San Nicolò l’Arena, l’edificio più importante e noto dell’architettura settecentesca a Catania. La sua facciata a meridione, con i finestroni della terrazza a mare riccamente decorati, danno il benvenuto a chiunque giunga in città dal porto. Il Palazzo – ricco di opere d’arte e di storia – è meta quotidiana di turisti e scolaresche (oltre 10 mila visite annue) che in quelle stanze respirano l’aria di una nobiltà lungimirante e filantropa che nel passato è stata determinante per la riniascita e lo sviluppo della città, soprattutto dopo il terremoto del XVII secolo. Fin dal Settecento il Palazzo ha ospitato i grandi viaggiatori del Grand Tour: da Houel al Conte di Borch a Denon a Goethe e Forben. Spesso utilizzato per set cinematografici, il Palazzo nel 2008 è stato scelto dai Coldplay per la registrazione del video di Violet Hill.

  • L’utopia dei piccoli fuochi by: Nicolosi Luigi 20,00

    Un musicista racconta la vita quotidiana di una piccola comunità di uomini e donne che vivono nella palazzina di mattoni rossi costruita da suo padre. La guerra, un evento drammatico che segnerà per sempre la vita di alcuni protagonisti, la politica, gli amori, la ricerca del successo, i sogni, le cadute… Ogni personaggio, ciascuno con la propria piccola vita, sarà chiamato a interpretare, nell’arco di un cinquantennio, un pezzo della Storia di una Sicilia e di una Italia in trasformazione.

  • Rum & Pera by: Ugolini Lina Maria 16,00

    Adolescenza: la scoperta dell’amore, del sesso e la stranezza di sentirsi grandi sorseggiando un bicchiere di Rum & Pera il sabato sera in piazza. Dorotea ha 16 anni e per lei è un confronto continuo e spietato con le altre ragazze. Le sue compagne amano truccarsi, fumare e soprattutto bere alcolici, in particolare il sabato sera, quando gruppi di adolescenti e di giovani si ritrovano in piazza Teatro a trascorre il tempo sorseggiando un drink. Con un linguaggio semplice, l’autrice ci porta dentro le giornate della protagonista, nei suoi sogni, nella realtà quotidiana con cui si deve confrontare: ascoltare i consigli della mamma con cui parla di tutto o lasciarsi incasellare come una tessera del puzzle degli stereotipi della sua generazione?