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Ricordata di rado, e solo perché moglie di Luigi Capuana, Adelaide Bernardini è stata poetessa, narratrice, articolista, drammaturga, critica e librettista, tra le voci più note della cultura italiana tra la fine dell’Ottocento e il primo ventennio del Novecento. Eppure, i suoi scritti, cospicui e vari per generi e per temi, e il suo ruolo di collaboratrice e coautrice dell’opera del marito, sono stati pressoché ignorati. Umbra di nascita e siciliana d’adozione, Bernardini è stata testimone di anni cruciali della storia politica, culturale e sociale d’Italia, dal periodo postunitario fino al secondo conflitto mondiale, che ha raccontato in poesie, novelle e testi teatrali, forte della sua formazione di maestra e fervente lettrice, spinta da una ferrea ambizione e, inevitabilmente, corroborata dal fecondo humus culturale in cui si ritrovò a vivere grazie al marito, risiedendo prima a Roma e poi a Catania. La notevole differenza d’età con Capuana, le vicende da feuilleton da cui nacque il loro sodalizio umano e artistico, il carattere volitivo e piuttosto polemico che la mise in contrasto con nomi illustri dell’intellighenzia del periodo – Pirandello e Marinetti, tra gli altri – non avevano finora permesso una valutazione serena e obiettiva dell’opera di Bernardini. Questo volume la inserisce nella più ampia prospettiva della scrittura femminile tra Otto e Novecento, e quindi nel cruciale dibattito sui temi dell’emancipazionismo: istruzione, matrimonio, maternità, divorzio, adulterio. Attraverso un profilo biografico accuratamente documentato e una stringente analisi dei testi si ricostruisce con obiettività la figura della Bernardini donna e intellettuale.
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