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  • Storia del cavaliere des Grieux e di Manon Lescaut by: Prévost Antoine-François, Beretta Anguissola Alberto, 18,00

    La storia si svolge attorno al 1720. Narra le vicissitudini del nobile cavaliere des Grieux e di Manon Lescaut. Lui ha 17 anni, lei 16. Travolto dal fascino della ragazza, des Grieux fugge con lei a Parigi, rinunciando alla ricchezza e alla dignità della sua famiglia. Per soddisfare le esigenze di Manon, scopre di poter guadagnare molto barando al gioco. Il denaro facile si perde altrettanto facilmente, e con esso des Grieux perde più volte anche Manon, che lo abbandona per uomini più ricchi. La loro vicenda giunge a una svolta decisiva quando si scontrano con un uomo molto potente: il signor di G… M… Costui non esita a farli imprigionare e, successivamente, fa condannare Manon alla deportazione nelle colonie francesi d’America. Il giovane, disperato e fedele, la segue. A New Orleans i due vivono serenamente fino a quando il governatore della Luisiana non promette in sposa Manon a suo nipote. Des Grieux sfida a duello il rivale e, pensando di averlo ucciso, fugge con Manon, sperando di raggiungere un insediamento inglese. Ma la giovane non resiste alla fatica e, per gli stenti, muore. Fin qui la vicenda conosciuta. Ma la storia della signorina Lescaut non si conclude con la sua morte. Intorno al 1760 venne pubblicata anonima una Suite de l’Histoire du Chevalier des Grieux et de Manon Lescaut, che questo volume restituisce al lettore dopo oltre due secoli di oblio. L’autore immagina che Manon non fosse realmente morta. Risvegliatasi e liberatasi a fatica dello strato di terra che la ricopriva, le viene fatto credere che il cavaliere si sia voluto sbarazzare di lei. Nuove avventure e colpi di scena non smetteranno di stupire il lettore, che scoprirà in queste pagine una nuova Manon.

  • Le carte dell’arte by: Trimarco Angelo 13,00

    Il volume pone al centro del discorso la scrittura autobiografica e le sue forme plurali, tema a lungo rimosso, senza la pretesa di stabilire simmetrie tra il biografico e il biologico, né di fare del biografico una via d’accesso privilegiata all’opera. In un itinerario in cui vengono analizzati epistolari e carteggi, diari e autobiografie, blog e interviste, ma anche testamenti e lasciti a futura memoria, l’autore, in dialogo con Domenico Morelli e Salvador Dalí, con Frida Kahlo, Piero Manzoni e Ai Weiwei, con Giorgio de Chirico, Francis Bacon e Piero Gilardi, con Costantin Brâncuși e Marina Abramović, riflette, in particolare, sull’autobiografia quale spazio di processi di soggettivazione e sulla funzione dell’autore.

  • Dubbi storici sulla vita e sul regno di Riccardo III by: WALPOLE HORACE, Bruni Barbara, Viviani Valerio, 11,00

    (a cura di Barbara Bruni – Premessa di Valerio Viviani) – Gobbo, deforme, assassino assetato di potere… Pare che nella storia d’Inghilterra non ci sia stato re più malvagio di Riccardo III di York: ecco almeno l’immagine ufficiale tratteggiata da storici del calibro di Thomas More, Francis Bacon, David Hume, per citare solo i più noti, e scolpita nella memoria collettiva grazie al genio drammaturgico di Shakespeare. Ma la raffigurazione tradizionale lascia spazio a troppi dubbi, a cominciare dal fatto che Thomas More e Shakespeare vissero sotto i Tudor, stirpe che godeva di scarso lustro agli occhi della gente e che, come tale, poteva trarre la propria legittimazione anche attraverso la denigrazione dell’ultimo erede dei ben più regali Plantageneti. Questo è solo uno dei sospetti che spingono Horace Walpole, poliedrico intellettuale settecentesco famoso per essere il padre del romanzo gotico, a riconsiderare la vicenda dopo avere riflettuto sulle tante incongruenze della versione canonica. Ne nasce così un trattato che, ridiscutendo l’approccio storiografico nei confronti del caso specifico di Riccardo, finisce per estendere la propria indagine ai meccanismi intrinseci alla narrazione degli eventi in senso lato, e a quanto questa sia legata a fattori estranei all’oggettività che dovrebbe essere caratteristica di ogni investigazione storica. Probabilmente non sapremo mai se Riccardo III si sia veramente macchiato dei tanti omicidi attribuitigli. Di fatto, la lettura dell’opera di Walpole ci porta a concordare con un’altra celebre autrice inglese, Jane Austen, che scrisse: “questo sovrano è stato generalmente trattato in modo molto severo dagli storici […] Innocente o colpevole che fosse, non regnò in pace a lungo, perché Enrico Tudor Conte di Richmond, da quel farabutto che era, fece un gran trambusto per prendersi la Corona”.

  • Passi echeggiano nella memoria by: Amico Antonio 20,00

    Una storia d’amore lunga trent’anni. Un amore atipico, fatto d’un breve periodo intenso, e poi perduto. Un romanzo epistolare, con tante pagine occupate da lettere e bigliettini spediti da Antonio a Giovanna e da Giovanna ad Antonio, i due protagonisti. Lettere di innamorati. Non più giovanetti. Non più inesperti. Lettere timide all’inizio, poi sempre più intime e intriganti, dove non c’è il timore di mettere a nudo la propria anima, di far emergere i propri sentimenti, con le contraddizioni di esistenze giocate all’insaputa l’una dell’altro. Si erano incontrati all’università, si erano amati, si erano lasciati senza un vero motivo. Dopo trent’anni le due rette che hanno vagato nello spazio ognuna per suo conto, s’adagiano in convergenze parallele per un ghiribizzo della sorte.

  • Mosaico by: Failla Giuseppe 14,00

    Marcello si è risvegliato dal coma con tre domande: chi sono, da dove vengo e chi sono tutte queste persone che si dicono miei familiari? È l’inizio di un percorso a frammenti, intessuto di intimi dialoghi e rivelazioni che poco a poco fanno luce sul passato del protagonista. Con delicatezza e profonda sensibilità la memoria di Marcello raccoglie ricordi, aneddoti che compongono il grande mosaico del suo Io, ma riuscirà a riemergere Uomo completo dalla nebbia dell’amnesia? Il cammino non è facile, specie quando deve confrontarsi con un passato complicato e trovare la forza del perdono e del lasciare andare.

  • Una notte arriva sulla linea 113 una segnalazione di urla provenienti da una villa. Una villa che sembra deserta, ma in realtà abitata dall’ultima discendente di una ricca famiglia. Nel frattempo, nell’ospedale civico giunge un ferito grave, di cui non si conosce l’identità. Il commissario Anastasio Ventura, un lupo solitario, che sceglie di aspettare la pensione su una tranquilla isoletta di povere case ai piedi di un vulcano, davanti all’«isola grande», a una Sicilia mai nominata, si ritrova così a indagare su una storia dove il delitto non è ancora stato compiuto. Il commissariato, che si affaccia su una spiaggetta dove le volanti sono parcheggiate accanto alle barche dei pescatori, è animato da una squadra di poliziotti del luogo che cercano, in qualche modo, di spiegare l’isola al commissario forestiero. Gran lettore, ironico, con un solido senso della legalità e della giustizia, poliziotto di naturale gentilezza, cui l’età non ha rubato nulla al fascino, Ventura, seppur riluttante, si ritrova affiancato nell’indagine, dalla vulcanica Maria Isola Lo Faro, ostinata cinefila, «appuntata» con il sogno di passare alla giudiziaria. Ed è proprio l’appuntato Maria, con la sua lingua “cagliostra”, con il suo imperversare pieno di antica saggezza, con la sua imprevedibilità e con il suo stesso essere il “genius loci”, l’anima dell’isola, che aiuterà il commissario a venire a capo di una complicata storia di trame familiari e nodi mai sciolti, resa torbida dai segreti di una donna, di tragica bellezza, che vive in solitudine in una casa fitta di tenebroso mistero, dove tutto ha avuto inizio.

    Non rompere niente by: Giaquinta Marilina 16,00

    Una notte arriva sulla linea 113 una segnalazione di urla provenienti da una villa. Una villa che sembra deserta, ma in realtà abitata dall’ultima discendente di una ricca famiglia. Nel frattempo, nell’ospedale civico giunge un ferito grave, di cui non si conosce l’identità. Il commissario Anastasio Ventura, un lupo solitario, che sceglie di aspettare la pensione su una tranquilla isoletta di povere case ai piedi di un vulcano, davanti all’«isola grande», a una Sicilia mai nominata, si ritrova così a indagare su una storia dove il delitto non è ancora stato compiuto. Il commissariato, che si affaccia su una spiaggetta dove le volanti sono parcheggiate accanto alle barche dei pescatori, è animato da una squadra di poliziotti del luogo che cercano, in qualche modo, di spiegare l’isola al commissario forestiero. Gran lettore, ironico, con un solido senso della legalità e della giustizia, poliziotto di naturale gentilezza, cui l’età non ha rubato nulla al fascino, Ventura, seppur riluttante, si ritrova affiancato nell’indagine, dalla vulcanica Maria Isola Lo Faro, ostinata cinefila, «appuntata» con il sogno di passare alla giudiziaria. Ed è proprio l’appuntato Maria, con la sua lingua “cagliostra”, con il suo imperversare pieno di antica saggezza, con la sua imprevedibilità e con il suo stesso essere il “genius loci”, l’anima dell’isola, che aiuterà il commissario a venire a capo di una complicata storia di trame familiari e nodi mai sciolti, resa torbida dai segreti di una donna, di tragica bellezza, che vive in solitudine in una casa fitta di tenebroso mistero, dove tutto ha avuto inizio.

  • Lo schiaffo e la guancia by: Grasso Gabriella 14,00

    Due racconti, due storie solo all’apparenza diverse. I redenti (lo schiaffo), narra di una piccola comunità parrocchiale che vive di ipocrisie, di preghiere a Dio e devozione ai santi ma anche di invidie e odio verso l’Uomo, soprattutto se questo è portatore di valori e modelli diversi. Nel corso di un viaggio a Pietralcina, l’autrice fa emergere nei suoi personaggi tutta la loro avversione verso immigrati, povera gente e donne dal dubbio stile di vita. Un po’ alla volta viene fuori anche lo squallore del parroco, padre Redento, che oltre a non disdegnare la disponibilità delle parrocchiane, è reo di abusi sessuali verso un minore che finirà col suicidarsi. Il finale è come un colpo di scena già annunciato. I Giusti (la guancia) si ispira a una storia vera accaduta in Sicilia nel 1946. Lentamente uomini e donne si mettono alle spalle il dramma della guerra e si avviano verso una nuova epoca. Sono tempi di cambiamenti e confusione e spesso si fatica a distinguere ciò che è vero da ciò che vero non è, i buoni dai cattivi, la giustizia dall’ingiustizia. Come accade a Michele, il protagonista di questa storia, accusato ingiustamente e detenuto in carcere per sette mesi perché necessariamente colpevole. Colpevole di essersi lasciato affascinare da un’ideologia che come una religione ammalia gli ultimi, i diseredati.

  • Jasmine fuma la pipa by: Virgillito Agnese 16,00

    Jasmine fuma la pipa è un noir mediterraneo, che si ispira al romanzo realista italiano e che nasce con l’intento di raccontare i profondi contrasti tra la bellezza dei luoghi e la malvagità dei crimini. La vita di Jasmine sembra essere caratterizzata da una nuvola nera che, nel corso degli anni, ha portato via in modo drammatico prima il padre e la madre e poi la nonna. Soprattutto la morte dei genitori, il papà un noto magistrato palermitano, ha condizionato molto la vita da adulta di Jasmine che, trasferitasi a Roma, diventerà una giornalista investigatrice. Dotata di grande acume e una straordinaria capacità di focalizzare dettagli, indaga con successo su vari casi di cronaca nera che destano ansie ma anche curiosità nel Paese. Come una moderna Sherlock Holmes, di cui è accanita lettrice, anche Jasmine fuma la pipa per concentrarsi sulle sue indagini, aiutata e sostenuta dai consigli del prof. Antonio Bloom, noto criminologo conteso dai principali canali televisivi nazionali. E sarà proprio il prof. Bloom a indirizzarla sulla giusta pista che la condurrà, a distanza di anni, a scoprire i mandanti e la causa dell’omicidio dei suoi genitori.

  • Novembre 1999, un giornalista sale in un paese avvinghiato ai monti. Deve parlare con un vecchio partigiano, uno degli ultimi testimoni di un passato doloroso. Saprà l’uomo fugare un dubbio che lo tormenta? Quella terra di morte e di utopie, di verità e di bugie nasconde un mistero. Tra le vie di un paese, tra i tavoli di un’osteria per rincorrere una risposta. Arduo ottenerla, perché gli uomini che hanno vissuto o subito la guerra la fuggono. La guerra ha un cattivo odore.

    Una bugia by: Stoppa Alfredo 18,00
  • Senzanome by: Stoppa Alfredo 15,00

    La storia del nostro Paese, dalla fine degli anni Sessanta ai giorni nostri. Con una scrittura che gioca fra un crudo realismo, venato di malinconica ironia, e una visione onirica, l’autore ripercorre gli anni di piombo attraverso gli occhi, la mente e il cuore di un ventenne, prima, e di un uomo maturo, poi. Un libro sull’amicizia, sul disincanto, sull’illusione di mutare il mondo, sulla tenacia di chi, nonostante tutto e tutti, prova a portare avanti un proprio ideale di vita.

  • Il sentiero by: Stoppa Alfredo 18,00

    Per raggiungere la meta non servono né navi né aerei, basta una corriera blu. Per capire le storie di chi ti gira accanto e svelare la propria anima basta saper camminare e guardare oltre se stessi. Un viaggio di un mese e di un’intera vita consumato fra ricordi, scoperte, sussulti e stupori che, come lampi in un cielo d’estate, sanno scuotere. Una storia che corre tra i monti del nord e il mare di Sicilia, un racconto misterioso dove i pensieri degli adulti si mescolano e si confondono con le voci dei bambini.

  • Un manoscritto ritrovato, certo. Eppure in questo romanzo di Alfredo Stoppa il ritrovamento non innesca un freddo gioco iperletterario: ne scaturisce, invece, la distesa narrazione di vicende calde e ben degne di essere ricordate, che allargano la visuale – come un cannocchiale – da una prospettiva strettamente familiare a quella di un piccolo paese a quella dell’Italia intera, dato che le vicende di sfondo sono così cruciali da dilatare enormemente la portata dell’evocazione, del ricordo. Si tratta della guerra civile italiana, in un arco temporale compreso tra il settembre 1943 e l’agosto del ’44. Più lontana s’affaccia perfino la Guerra di Spagna, vicenda-spartiacque per tanti destini umani trovatisi di fronte a un bivio etico ed esistenziale. Ma è poi l’efferatezza della strage nazista di Torlano che verrà riconosciuta da chi ha dimestichezza con la storia della Resistenza friulana. L’autore, assai noto a chi frequenta la letteratura per l’infanzia, ha buon gioco nel rivestire i fatti narrati di una patina giocosa e fiabesca, coerente con lo sguardo di un ragazzino sul crinale fra prima e seconda adolescenza. Ma questo sguardo limpido e questa prosa asciutta ed elegante parlano un linguaggio universale.

  • Le nevrosi sul sofà by: Strazzuso Marcella 15,00

    Alfredo Traversa è uno psicanalista sui generis, sottile e sognatore che si confronta con le nevrosi della gente. Dal suo sofà passano personaggi che hanno paura dei ragni o dei temporali. C’è chi odia la sorella e chi crede di avere incontrato gli extraterrestri o una sirena… Un gioco narrativo nel quale i casi della vita, allo stesso modo dei casi clinici, svelano i paradossi che si nascondono dietro la normalità. Una umanità varia, simpaticamente bizzarra, osservata con partecipe ironia.

  • Rudolf Hess by: Albertazzi Ferdinando 13,00

    Alle sedici e dieci di lunedì 17 agosto 1987 un uomo, recluso nel carcere di Spandau da una quarantina d’anni, di cui oltre venti trascorsi in totale solitudine (“privilegio” mai accordato a nessun altro, nella Storia), raggiunge il giardino per la consueta passeggiata. Novantatré anni, malato di cuore, quasi cieco, il corpo ormai scheletrico, quel vacillante, inoffensivo prigioniero è guardato a vista da un imponente apparato di vigilanza, organizzato dai vincitori del secondo conflitto mondiale. I sovietici lo pretendono in piena efficienza come quando la fortezza accoglieva seicento prigionieri, compreso il pattugliamento delle celle vuote (con un esborso annuo, per gli alleati, di quasi un milione di dollari), nonostante le condizioni del detenuto e i tanti, autorevoli appelli in favore della sua liberazione: lo considerano un nemico della patria nonché l’emblema dell’Operazione Barbarossa, l’invasione nazista dell’Unione Sovietica. Lasciato inspiegabilmente solo, quel pomeriggio il prigioniero affretta il passo malfermo e, in un paio di minuti appena, raggiunge la casupola del giardiniere, assicura un cavo elettrico a una trave e, secondo l’improbabile versione ufficiale, si impicca. Si trattava davvero di Rudolf Hess, o non piuttosto del suo sosia? Il dubbio non è nuovo, mentre è del tutto nuova la ricostruzione della figura di questo Enigma della Storia in una narrazione documentaria dal respiro di un Diario Segreto, con la penna-testimone che passa da Hess al suo sosia. Dove, a ottant’anni dallo scoppio della Seconda Guerra Mondiale e della sua nomina a terza carica del Partito Nazista (dopo Hitler e Göring), il Solitario di Spandau, riflette criticamente, con appassionata lucidità, sui protagonisti, sul senso e sulla portata di eventi che hanno “dettato” la Storia e sgretolato il concetto stesso di umanità. E che rimangono di una attualità sconcertante quanto ammonitrice.